Il montaggio cinematografico è una fase del processo di realizzazione del film e delle opere audiovisive in genere. Sergej Ėjzenštejn, grande pioniere e teorico del cinema sovietico, lo considera lo specifico filmico ovvero la disciplina propria esclusivamente del cinema e che la contraddistingue da altre forme espressive. Ciò è vero anche per dati squisitamente storici, le prime forme di montaggio, infatti, compaiono dopo la nascita del cinematografo,  messo a punto da Louis Lumière nel 1895.

Il montaggio, l’arte del “taglia” e “cuci”, rappresenta un tipica essenza di circolarità creativa e compositiva: è l’elemento fondante dell’istanza narrante filmica, ed al contempo il montaggio è strumento dell’istanza narrante filmica per costruire la narrazione. Infonde ogni aspetto caratteriale e narrativo all’opera, portandola ad una forma compiuta.

Il montaggio cinematografico è una delle fasi più importanti di realizzazione di un film, per alcuni il momento in cui si manifesta la vera forza creativa della realtà filmica. 

Il montaggio viene eseguito dalla figura del montatore, si attua tramite procedure e prassi tecniche che le sono proprie (selezionare, organizzare e sistemare i contenuti scelti) e dà luogo a realizzazioni espressive e linguistiche. Montaggio e regia sono intrinsecamente legati, in quanto entrambi concorrono nella costruzione espressiva del racconto filmico.

Connubio ancora più evidente grazie al découpage, chiamato anche montaggio a priori, ovverosia attraverso il “montaggio concettuale” durante la scrittura della sceneggiatura e durante le riprese. Il découpage definisce e precisa le scelte tecniche ed artistiche ed espressive in genere.

Il montaggio è altresì, in questo articolato processo realizzativo, la fase principe della post produzione che, nell’iter della produzione filmica, comprende in sostanza tutto ciò che si svolge al termine delle riprese.

Lascia un commento